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Tra possibilità e paradosso | Kalergi! Il complotto dei complotti

24/5/24
di:
Redazione

Play, stop e rewind: la pellicola delle storie di Giulia (Trivero), Luca (D’Arrigo), Carmelo (Crisafulli) e Martina (Tinnirello) si srotola e si riavvolge davanti agli occhi degli spettatori. In Kalergi! Il complotto dei complotti, la compagnia Firmamento Collettivo attua un meccanismo che ricorda Charlie Chaplin in Tempi Moderni o le prime immagini dei fratelli Lumière.

Il “Complotto Kalergi”, teoria complottistica che prevede la sostituzione etnica europea, lenta ma progressiva, travisa e reinterpreta alcuni tragici eventi del mondo contemporaneo: gli sbarchi, la fuga dalla guerra, i diritti umani e la migrazione.

Che volto hanno i complottisti? Quali conseguenze possono avere verità alternative messe in atto da subdoli burattinai? Cosa distingue una notizia reale da una fake news? Sul palco, Luca, un narratore illuminato da una luce fioca, si prepara a raccontare una vicenda possibile e paradossale, come un demiurgo capace di muovere e dirigere i tre attori: Giulia nei panni della regista, Martina e Carmelo sono gli interpreti.

In questo congegno metateatrale, Firmamento Collettivo ricrea una messinscena ideale del processo delle prove di uno spettacolo, mostrando ciò che tutti si aspettano di vedere nel momento in cui assistono all’officina creativa di una giovane compagnia. A tratti, però, la finzione scenica lascia il posto al racconto delle vite private di ciascuno di loro: le difficoltà della vita quotidiana, le diverse problematiche dalla ricerca del lavoro, il rapporto con i genitori e le relazioni interne al gruppo.

A instillarci il dubbio rispetto al fatto che ciò che sta accadendo sul palco sia reale o meno è la figura del narratore, che continuamente ridefinisce la propria identità spostandosi su piani narrativi diversi. È forse Kalergi in persona? È il vero architetto del sistema di teatro nel teatro a cui lo spettatore sta assistendo? E così, la figura apparentemente distante, quasi mitizzata, del complottista entra nella vita di tutti loro.

Kalergi, però, mostra un lato differente di ciò che accade quando entrano in gioco le dinamiche manipolatorie connesse al pensiero complottista e alle sue implicazioni: Luca – alias il drammaturgo – scegliendo di approfondire per il suo spettacolo il Complotto Kalergi, ne rimane intrappolato, tanto da iniziare a partecipare a diversi incontri pubblici che sostengono questa folle teoria.

Il suo progressivo distaccamento dalla realtà non viene però ostacolato dall’intervento dei suoi amici di sempre: Giulia, Martina e Carmelo tentano inizialmente di redimerlo, ma, viste le numerose resistenze, finiscono col cedere, lasciando andare Luca. In questo modo, Firmamento Collettivo sottolinea un aspetto a volte dimenticato quando si ragiona intorno ai fenomeni di estremismi settari: spesso è proprio la condizione di abbandono a determinare l’affiliazione a questi gruppi chiusi. Non basterebbe forse tentare di fornire un’alternativa corale e inclusiva al senso di solitudine?

La scenografia inesistente e spoglia porta ancor più in risalto la bravura degli attori, che, guidati dalle abili mani della regista Adele Di Bella, riescono a dipanare una rete di informazioni, immagini e pensieri che mettono in dubbio, anche solo per un istante, l’ipotesi che il “complotto dei complotti” possa essere reale.

Redazione
in copertina: foto di Marcella Foccardi
KALERGI!
Il Complotto dei Complotti
un progetto di Firmamento Collettivo
drammaturgia Luca D’Arrigo con il contributo di Firmamento Collettivo
regia Adele Di Bella
con Carmelo Crisafulli, Luca D’Arrigo, Martina Tinnirello, Giulia Trivero
con il sostegno di Daf Project
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico Sguardi da Canile Drammatico